Sono stata un mese su Threads, ed ecco com'è andata
Ha senso iscriversi al nuovo social di Meta?
Threads è il nuovo social arrivato in Europa il 14 dicembre, con qualche mese di ritardo sul resto del mondo, dopo che Meta l’ha adeguato alle norme locali sulla privacy.
Il giorno stesso del lancio il pubblico italiano era già diviso, come sempre, in entusiasti (finalmente uno spazio nuovo, senza pubblicità, evviva) e scettici (negli USA non interessa già più a nessuno, sparirà a breve). Siccome non sapevo da che parte schierarmi, ho sospeso il giudizio e ho avviato il download dell’app.
Quindi, cos’è?
Prima di raccontarvi come mi sono trovata, qualche informazione di base per chi non l’avesse ancora sperimentato: Threads è un social network di Meta strettamente legato ad Instagram, tant’è che per iscriversi, almeno per ora, si passa da lì. Si usa, però, su un’app distinta, che bisogna scaricare a parte. Consente agli utenti di condividere brevi messaggi di testo, un po’ come quelli di X (ex Twitter), ma leggermente più lunghi (si arriva infatti a 500 caratteri). Ai post si possono aggiungere link, foto e video di massimo 5 minuti.
Primo impatto: confusione
In fase di iscrizione ho commesso un’ingenuità: ho selezionato il pulsante “segui gli stessi utenti di Instagram”, e mi sono trovata, dopo pochi minuti, a seguire già diverse centinaia di persone, in continuo aumento.
La mia homepage era piena di post, la maggior parte dei quali riguardavano Threads stesso o ironizzavano sul fatto che fosse una copia di X ma con la gente di Instagram. Il tono di voce della maggior parte dei contenuti era ironico, tagliente, o esprimeva superiorità o leggero disprezzo. Quasi un utente su due pronosticava la morte del social entro poche settimane.
A questo punto l’istinto è stato chiudere tutto. Un problema in meno, ciao ciao, FOMO.
Educare l’algoritmo, sì può?
Poi però mi sono detta “e se invece potessi educarlo”? Gli algoritmi dettano legge, è vero, ma abbiamo dei limitati margini di libertà, che in un social nuovo, probabilmente, sono pure leggermente più ampi.
Così ho modificato (a fatica) l’impostazione che seguiva automaticamente i following di Instagram, ho scorso tutta la lista e ne ho tolti parecchi. Poi mi sono concentrata sulla homepage, che ha un doppio feed diviso in “per te” e “segui già”. Ho rivolto i miei sforzi al feed “per te”, perchè è chiaramente quello su cui l’algoritmo testa e memorizza i nostri gusti.
Ho iniziato a ignorare sistematicamente tutti i post con un tono di voce che mi infastidiva (nello specifico, un tono di voce brillante, sarcastico, perennemente adirato in stile X) e tutti i post polarizzanti o troppo assurdi. Ho anche silenziato qualche utente particolarmente indisponente propostomi dell’algoritmo (in quelle prime settimane, perfino Mosseri si è scusato per i suggerimenti discutibili dell’app).
Al contrario, ho commentato o ripostato i contenuti che mi davano vibrazioni positive, ho seguito gli utenti che trovavo interessanti, ho pubblicato io stessa alcuni post che hanno ricevuto diversi commenti.
Si può, si può
E sapete una cosa? Ha funzionato. Gradualmente, intorno a me si è costruita una bolla nuova, diversa da quella di Instagram. Threads ha iniziato a propormi persone che parlano di comunicazione social, di attualità, di tecnologia, di libri, di intelligenza artificiale (uno dei miei interessi più recenti).
Tra i contenuti che ho tendenzialmente ignorato ci sono anche i video. Ho evitato di interagire con questo tipo di post, perchè di Threads trovo riposante il fatto che le parole finalmente stiano ferme e che non ci siano audio che partono improvvisamente a tradimento. Di questo nuovo social mi piace, soprattutto, il silenzio.
Un po’ di cose che ho capito
Se volete tentare la via di Threads, vi lascio un elenco di intuizioni che ho avuto in queste quattro settimane, nel caso possano servire:
I commenti sono importanti quanto i post, perchè i nostri follower vedono quello che abbiamo scritto sotto i contenuti degli altri. Inoltre, seguire il “filo” di commenti lasciati dalle persone che seguiamo è un ottimo modo per scoprire profili nuovi.
Le persone su Threads dialogano volentieri. D’altra parte, è fatto per questo. È possibile intavolare conversazioni che su Instagram non avrebbero mai luogo, perchè la sezione commenti dei post non è considerata un luogo abbastanza confortevole, e i direct hanno il difetto di essere privati.
È molto comodo poter postare qualcosa senza realizzare una foto o un video. Finalmente! E lo dico da persona che ama la comunicazione visiva, eh. Che libertà poter buttare fuori un pensiero, una citazione, una domanda, una riflessione senza doversi domandare “che cavolo di immagine ci metto?”.
Nessuno parte a zero follower, ed è relativamente facile raggiungere persone nuove. Ho visto utenti raggiungere e superare il numero di seguaci di Instagram nel giro di qualche settimana. Chi invece ha già parecchi follower di vecchia data su IG, come me, potrebbe finalmente scoprire quanti e quali sono i più attivi (e abbastanza nerd da iscriversi a un nuovo social).
Ho notato, finora, una certa insofferenza per le strategie. I primi giorni, i post del tipo “vi spiego come crescere su Threads” venivano accolti con freddezza o addirittura con indignazione. Siamo stufi dei social? Del marketing? Di sentirci manipolati? Probabile. Non sarà questo nuovo social a rompere queste dinamiche, ovviamente, ma abbiamo un altro campo su cui analizzarle e osservarle con interesse.
A chi consiglio Threads
Se volete sperimentare un mezzo di comunicazione scritta breve, in cui l’elemento visivo non è fondamentale, secondo me potreste dare una chance a Threads. Mi dicono che ha ancora, rispetto a X (che io ho sempre usato pochissimo), alcune carenze: manca un elenco degli argomenti in trend, non si possono inviare messaggi privati, non c’è il salvataggio dei post e nemmeno la possibilità di creare gruppi. Chissà, magari verranno aggiunte nuove funzioni in futuro.
Inoltre, vi consiglierei di scaricare Threads se avete voglia di dialogo, perchè, almeno per ora, c’è possibilità di confrontarsi e le persone sembrano disposte a farlo. Mi sembra un’opportunità interessante per chi scrive o vende servizi, mentre non saprei come utilizzarlo per vendere o pubblicizzare prodotti, che hanno indubbiamente bisogno di foto e video che li mostrino nei dettagli. Inoltre, almeno per il momento, Threads non è un ambiente molto “pubblicitario”: in pochi sponsorizzano direttamente i propri servizi e non esistono ADV a pagamento.
Non installatelo, mi raccomando, se la cosa vi provoca ansia, se sentite il bisogno di allontanarvi dai social, e vi angoscia l’idea di aggiungerne un altro, se sapete che rischiate facilmente di infilarvi in polemiche e shitstorm da cui poi uscite a pezzettini. Non installatelo nella speranza di aumentare la copertura dei post di Instagram o di postare il contenuto identico sui due canali, perchè Threads ha delle modalità almeno in parte diverse, quindi dovreste comunque riadattarli.
Threads sparirà?
Onestamente, non lo so. C’è chi dice che negli USA (dove è arrivato a Luglio) abbia perso nel giro di pochi mesi più della metà degli utenti. C’è gli lo paragona a BeReal o a Clubhouse, entrambi social alternativi che hanno avuto un breve momento di gloria, tra il 2020 e il 2021, e poi sono spariti in fretta. Io, per ora, dal mio limitatissimo personale osservatorio, lo vedo piuttosto vitale, ma ovviamente non ho i dati per fare un discorso statisticamente valido. Ho come la sensazione che darà il meglio, tra qualche giorno, durante il Festival di Sanremo.
Questa è stata la mia esperienza, ma naturalmente sono molto curiosa di sapere cosa ne pensate e quali sono i vostri pronostici sul futuro di Threads.
Spiegazione molto utile, grazie mille
Condivido a pieno le tue riflessioni e aggiungo che adoro questo nuovo spazio per "Storie in rete"🤍